Descrizione
In località Orcetto, ora nella zona di San Bernardino, frazione di Briona, sorge l'oratorio campestre dedicato a Sant'Antonio Abate, santo la cui vasta devozione è da mettersi in relazione alla sua protezione contro i mali, soprattutto contro quello che nel linguaggio popolare ha preso il nome di "fuoco di Sant'Antonio".
La scarsa documentazione reperibile ed i vari rimaneggiamenti effettuati in epoche diverse non consentono un'esatta collocazione cronologica dell'oratorio, che è da ritenersi edificato probabilmente tra la fine del XIV secolo ed i primi decenni del XV, in considerazione del fatto che il culto di Sant'Antonio comincia a proliferare a partire da questo periodo. L'edificio ad ala unica, di piccole dimensioni, è concluso ad oriente da un'abside semicircolare ed è coperto da un tetto ligneo con un manto di coppi. In origine presentava una pianta pressoché quadrata, ampliata poi nel 1610. La facciata, dal profilo a capanna, completamente intonacata, ha al centro una porta sovrastata da una finestrella ad oculo che conserva parte del suo intonaco originale. Sul finire del Quattrocento fu intrapresa la decorazione pittorica dell'oratorio: gli affreschi, che coprono l'intera superficie delle pareti originarie, sono tutt'ora conservati e visibili ma pur essendo un complesso di grande interesse non sono stati finora studiati. Questa decorazione si presenta omogenea ed in buono stato di leggibilità, e sebbene non ci siano giunte né la firma dell'autore né la data dell'esecuzione, tutti gli indizi rimandano ad un'unica mano esecutiva. Si ritiene che si tratti di quella del pittore Tommaso Cagnola, novarese e attivo tra l'ultimo quarto del Quattrocento e i primi del Cinquecento, senza escludere l'apporto della sua bottega.
Si sono poi verificati nel corso dei secoli tre interventi di restauro (uno nel Settecento, uno nell'Ottocento ed uno nel Novecento), che hanno in parte alterato la qualità ed alcune caratteristiche dei dipinti. L’affresco della conca absidale rappresenta al centro, in una grande mandorla, il “Trono della Misericordia”, che, in una composizione verticale, riunisce il “Cristo pantocratore” ed il “Cristo morto sulla croce”, con il corpo coperto di piaghe sanguinanti. I simboli degli evangelisti (leone alato, aquila, vitello alato e angelo) e le figure dei “santi Sebastiano e Rocco” (particolarmente venerati per la funzione di protettori contro le epidemie) completano la decorazione absidale. Particolare l’assenza della colomba dello Spirito Santo, probabilmente richiesta dal committente per mettere maggiormente in evidenza il senso salvifico della rappresentazione; da notare anche la presenza del trigramma YHS di San Bernardino, presente negli incroci dell’arcobaleno (sul quale è seduto Dio Padre rappresentato nelle sembianze del Figlio).
Sull’arco trionfale è invece raffigurata la “Annunciazione”, sovrastata, nella parte centrale, dalla figura di Dio Padre, che sembra scendere dal cielo, sporgendosi da un arcobaleno e inviando con la mano sinistra la colomba dello Spirito Santo alla Vergine Maria. Da un lato l’arcangelo Gabriele, con una lunga tunica bianca, una dalmatica damascata d’oro bordata di azzurro, un diadema sui capelli ed un giglio nella mano sinistra; dall’altra parte la Vergine, inginocchiata davanti ad un leggio. L’affresco non è ben conservato, avendo subito negli anni dei rifacimenti che comprendono anche il volto e le mani del Padre.
Si sono poi verificati nel corso dei secoli tre interventi di restauro (uno nel Settecento, uno nell'Ottocento ed uno nel Novecento), che hanno in parte alterato la qualità ed alcune caratteristiche dei dipinti. L’affresco della conca absidale rappresenta al centro, in una grande mandorla, il “Trono della Misericordia”, che, in una composizione verticale, riunisce il “Cristo pantocratore” ed il “Cristo morto sulla croce”, con il corpo coperto di piaghe sanguinanti. I simboli degli evangelisti (leone alato, aquila, vitello alato e angelo) e le figure dei “santi Sebastiano e Rocco” (particolarmente venerati per la funzione di protettori contro le epidemie) completano la decorazione absidale. Particolare l’assenza della colomba dello Spirito Santo, probabilmente richiesta dal committente per mettere maggiormente in evidenza il senso salvifico della rappresentazione; da notare anche la presenza del trigramma YHS di San Bernardino, presente negli incroci dell’arcobaleno (sul quale è seduto Dio Padre rappresentato nelle sembianze del Figlio).
Sull’arco trionfale è invece raffigurata la “Annunciazione”, sovrastata, nella parte centrale, dalla figura di Dio Padre, che sembra scendere dal cielo, sporgendosi da un arcobaleno e inviando con la mano sinistra la colomba dello Spirito Santo alla Vergine Maria. Da un lato l’arcangelo Gabriele, con una lunga tunica bianca, una dalmatica damascata d’oro bordata di azzurro, un diadema sui capelli ed un giglio nella mano sinistra; dall’altra parte la Vergine, inginocchiata davanti ad un leggio. L’affresco non è ben conservato, avendo subito negli anni dei rifacimenti che comprendono anche il volto e le mani del Padre.
La parete settentrionale rappresenta cinque figure di santi ed una “Madonna con il Bambino”. La figura di “Sant'Antonio Abate”, caratterizzata da una lunga barba grigia, è la prima a presentarsi agli occhi di chi avanza dall'ingresso, seguono poi “San Pietro”, di nuovo “Sant'Antonio” bastonato dai demoni (rappresentati come mostri alati con una lunga coda irsuta, corna e artigli) con Dio Padre in cielo, ed infine “Maria Maddalena” e “Giovanni Battista” che affiancano la Madonna in trono con il Bambino. Di rilievo il vaso per unguenti tenuto stretto a sé da Maria Maddalena, a ricordo degli episodi in cui utilizzò profumi preziosi per cospargerli sul corpo di Cristo, e il gesto della mano destra di Giovanni Battista, che indica il Bambino Gesù; questo gesto, unitamente alla scritta “Ecce agnus dei Ecce qui tolit pecata mo(n)di” sul filatterio e alla presenza dell’agnello sempre sul filatterio, simbolizzano il Bambino come vittima designata per la salvezza del genere umano. La Madonna in trono è dipinta con diversi elementi (come il baldacchino posteriore, l’alternanza dei colori delle stoffe) che contribuiscono a creare profondità, stabilendo una certa distanza tra la Madonna e lo spettatore.
La parete meridionale è affrescata con le figure di cinque santi – in ordine dall’ingresso “San Pantaleone” (raro nel territorio novarese, ma attribuibile al suo potere taumaturgico contro la peste), “San Giovanni evangelista”, “San Bernardino da Siena” (che sorregge una tavoletta con il trigramma YHS), “San Domenico”, “Sant'Antonio Abate”. Da segnalare sulla veste di “San Giovanni” un ricamo di aquila, simbolo tetramorfo a lui riferito, ma in cui si potrebbe anche vedere un’allusione alo stemma dei Tornielli, signori di Briona dal 1449. Completano il ciclo due “Madonne in trono con il Bambino”, una delle quali rappresentata nell'atto di allattare il Bambino, e che conclude la teoria di santi. Quest’ultima, incoronata, assisa su un sedile di marmo, tiene il Bambino seduto sul ginocchio sinistro; quest’ultimo, con un vestitino damascato azzurro, regge un libro con la mano destra, mentre sulla sinistra è posata una colomba.
Al momento non si possiedono elementi, che permettono di risalire al committente, (probabilmente uno solo) della decorazione pittorica dell'oratorio. Circa la sua identità si possono formulare solo delle ipotesi: potrebbe trattarsi del dominus, che aveva autorità sulle terre circostanti, (forse un membro della famiglia Brusati di Morghengo), oppure della stessa comunità di fedeli di Orcetto desiderosi di ornare le pareti del proprio oratorio con le figure dei santi verso cui avevano l'abitudine di rivolgersi, primo fra tutti Sant'Antonio Abate. Solo un restauro d'insieme degli affreschi potrebbe portare alla luce nuovi elementi utili per la datazione del ciclo pittorico. Al momento sulla base di considerazioni stilistiche si propende per l'attribuzione degli affreschi di Orcetto ad una data prossima al 1485, vista anche l'epidemia di peste che colpì il contado novarese nel 1484 e che potrebbe giustificare la presenza negli affreschi di santi protettori contro la peste quali San Sebastiano, San Rocco, San Pantaleone ed infine Sant'Antonio Abate.
La parete meridionale è affrescata con le figure di cinque santi – in ordine dall’ingresso “San Pantaleone” (raro nel territorio novarese, ma attribuibile al suo potere taumaturgico contro la peste), “San Giovanni evangelista”, “San Bernardino da Siena” (che sorregge una tavoletta con il trigramma YHS), “San Domenico”, “Sant'Antonio Abate”. Da segnalare sulla veste di “San Giovanni” un ricamo di aquila, simbolo tetramorfo a lui riferito, ma in cui si potrebbe anche vedere un’allusione alo stemma dei Tornielli, signori di Briona dal 1449. Completano il ciclo due “Madonne in trono con il Bambino”, una delle quali rappresentata nell'atto di allattare il Bambino, e che conclude la teoria di santi. Quest’ultima, incoronata, assisa su un sedile di marmo, tiene il Bambino seduto sul ginocchio sinistro; quest’ultimo, con un vestitino damascato azzurro, regge un libro con la mano destra, mentre sulla sinistra è posata una colomba.
Al momento non si possiedono elementi, che permettono di risalire al committente, (probabilmente uno solo) della decorazione pittorica dell'oratorio. Circa la sua identità si possono formulare solo delle ipotesi: potrebbe trattarsi del dominus, che aveva autorità sulle terre circostanti, (forse un membro della famiglia Brusati di Morghengo), oppure della stessa comunità di fedeli di Orcetto desiderosi di ornare le pareti del proprio oratorio con le figure dei santi verso cui avevano l'abitudine di rivolgersi, primo fra tutti Sant'Antonio Abate. Solo un restauro d'insieme degli affreschi potrebbe portare alla luce nuovi elementi utili per la datazione del ciclo pittorico. Al momento sulla base di considerazioni stilistiche si propende per l'attribuzione degli affreschi di Orcetto ad una data prossima al 1485, vista anche l'epidemia di peste che colpì il contado novarese nel 1484 e che potrebbe giustificare la presenza negli affreschi di santi protettori contro la peste quali San Sebastiano, San Rocco, San Pantaleone ed infine Sant'Antonio Abate.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Località Orcetto - Strada Provinciale n.101 |
Telefono | 0321.826080 (Comune) |
sindaco@comune.briona.no.it | |
Apertura | Esterno sempre aperto Interno gratuitamente su appuntamento - contattare Uffici Comunali |
Pubblicazioni | L'Oratorio di S.Antonio in Località Orcetto, di G.Bianchi e F.Portaluppi - Ristampa a cura del Comune di Briona e della Biblioteca Comunale di Briona - Disponibile in Biblioteca (euro 10,50) |
Mappa
Indirizzo: Oratorio di S. Antonio Abate (Sec. XIV - XV), 28072 Briona NO
Coordinate: 45°31'35,1''N 8°32'39''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Esterno sempre aperto
Interno gratuitamente su appuntamento - contattare Uffici Comunali
Accessibile da strada asfaltata
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